Io sono nessuno! Tu chi sei?
Sei nessuno anche tu?
Allora siamo in due!
Non dirlo! Potrebbero spargere la voce!
Che grande peso essere Qualcuno!
Così volgare – come una rana,
che gracida il tuo nome – tutto giugno
ad un pantano in estasi di lei!
Emily Dickinson
Qualche giorno fa, per una semplice coincidenza, mi sono imbattuta in questa poesia della Dickinson che amo molto, il mio primo pensiero è stata la sorpresa di leggervi tanta modernità, poi riflettendo ho pensato che in fondo il concetto espresso somiglia a esposizioni molto antiche della spiritualità indiana, questo mi ha riportato al tanto scandagliato concetto di Ego o, per una definizione che più mi appartiene, al senso dell'Io.
L'Ego viene spesso demonizzato un po' "a prescindere" in campo spirituale, e definito come ciò che ci fa perdere nell'illusione e ci porta ad allontanarci da ciò che è più profondo, ma la totale assenza del senso dell'lo non è forse altrettanto pericolosa?
Anche l'assenza di spirito critico ci porta a perderci nelle illusioni.
Io sono nessuno?
Forse è la nostra stessa natura che non lo permette e da qualche parte di me, che vorrebbe essere meno pragmatica, affiora un "purtroppo"... ma allora è vero o non è vero che sono qualcuno?
Questo senso dell'Io credo sia fondamentale, tutto dipende dall'intensità di energia secondo la quale questo aspetto del Sè si dispiega.
In fondo è anche questo senso dell'Io che ci fa comprendere la realtà, il nostro percorso, le nostre pratiche, quando è equilibrato.
Nello Yoga di Patanjali viene definito una delle cause della sofferenza umana:
"Il sentimento dell'ego per così dire nasce dalla confusione che operiamo fra il nostro potere di vedere e il vero testimone, l'essenza unica" (Sutra 2,6 ), questo letto da un punto di vista dualistico ci pone di fronte ad un conflitto, ad una scelta, in questo caso Asmita il senso dell'Io e Sakshin il Sé, il nostro maestro interiore, ma leggendo attentamente, comprendiamo che il vero scoglio è la confusione tra i due.
Il senso dell'Io è fondamentale nel quotidiano e nella costruzione della nostra identità, l'autodefinizione, che non dovrà scadere l'autocritica o nell'ipervalutazione, un senso dell'io equilibrato ci porterà a scoprire la Coscienza spirituale, il vero Sé, ma questa facoltà umana spesso viene alterata da tanti fattori ai quali siamo esposti culturalmente, quindi il primo lavoro utile verso l'evoluzione personale è proprio conoscere e armonizzare Asmita, non reprimerlo o assoggettarlo a presunte regole spirituali.
Quindi se è vero che un Ego senza Consapevolezza può ostacolare l'evoluzione personale è anche vero che senza questa funzione è altrettanto difficile un cammino interiore.
Asmita o Ahamkara(io) e Sakshin(Sè interiore)sono due aspetti del Sé globale e non sono in contrasto, ma si compenetrano tra loro e con tutte le altre istanze del Sè che ci appartengono.
La parola chiave è AUTOSSERVAZIONE
Io sono nessuno, sono uno e sono tutto, come una goccia d'acqua in un oceano.
E danzo con voi.
Commenti